Le nostre strutture:

Comunità educative:

“L’isola che non c’è”. “L’Aquilone…per tornare a volare”.

Le nostre strutture accolgono minori, dai O ai 18 anni, provenienti da situazioni di disagio familiare per i quali il Tribunale per i Minorenni ne dispone il collocamento temporaneo in Comunità. L’intervento di tutela del minore mira alla sua protezione immediata, attraverso il suo inserimento in una delle nostre Comunità protette, all’avvio di un progetto di superamento della crisi e riscatto dalla deprivazione.
Il progetto prevede tre possibili soluzioni, in modo da costruire percorsi di recupero il più adeguati possibile alle reali necessità di ogni particolare soggetto.

Accoglienza residenziale: è la soluzione abitativa che accoglie i minori che necessitano, come da disposizione del tribunale dei minorenni, o su richiesta del servizio sociale competente, protezione immediata e inserimento in una delle nostre comunità protette. Si propone come una soluzione temporanea, in cui l’allontanamento dal nucleo di origine sia il punto di partenza per un intervento psicopedagogico strutturato sul minore e sui suoi familiari.
L’aspetto della residenza è accuratamente studiato per ricreare un’atmosfera quanto più familiare possibile: colori gioiosi, disegni degli ospiti alle pareti, il massimo dell’apertura, soprattutto, alle loro idee e alle loro richieste per rendere l’appartamento caldo e accogliente.

Accoglienza semiresidenziale: quando non è necessaria la protezione del minore dal nucleo di origine, ma solo un mutamento di contesto che lo aiuti a superare i problemi specifici dell’età evolutiva, e le problematiche di condotta ad essi legate, le strutture e i servizi della Comunità possono essere fruite anche a regime semi-residenziale (cioè quotidianamente nella fascia oraria tra l’ora di pranzo e quella di cena).
La nostra idea è che il malessere del singolo sia espressione diretta dell’ambiente in cui vive.
La collaborazione tra le Comunità e il centro clinico è volta a seguire non solo il minore ma anche l’ambiente familiare in seno al quale ha sviluppato i propri comportamenti psicopatologici: crediamo che intervenendo sul contesto in cui vive, oltre che proponendogli nuove positive esperienze che lo portino naturalmente a mettere in discussione la propria condotta, si possa aiutarlo a superare il disagio interiore e ritrovare la serenità senza allontanarlo dal nucleo d’origine.
Gli interventi potranno essere richiesti dai Servizi Sociali Territoriali e dal Tribunale per i Minorenni.

Progetto ‘La comunità diffusa’: a due anni dalla fondazione della comunità l’Aquilone è stata creata una rete di case-famiglia disposte ad offrire ai minori il sostegno affettivo che non sempre le comunità possono garantire.
L’affidamento alle case famiglia è particolarmente utile quando l’allontanamento dal nucleo di origine deve estendersi per periodi particolarmente lunghi, ma anche, soprattutto, nei casi di minori che abbiano subito gravi violenze ed abusi e necessitino in particolar modo di calore, empatia, e di recuperare la fiducia nel prossimo e nei rapporti umani.
Lo scopo è evitare la “traumatizzazione secondaria” che può colpire il minore allontanato dal nucleo d’origine a contatto con la promiscuità tipica delle strutture comunitarie: in molti casi la sensazione di appartenere a una famiglia è fondamentale per recuperare piena consapevolezza di sè.

I requisiti principali per le famiglie che desiderino partecipare al progetto sono: un numero di minori a carico (figli naturali compresi) non superiore a quattro; la disponibilità all’accoglienza da parte di tutti i membri che le compongono; la disponibilità di un componente adulto a diventare responsabile e referente per la comunità, impegnandosi a seguire un iter formativo e partecipare attivamente alle riunioni delle comunità.

Le case famiglia saranno infatti co-gestite dai nuclei familiari e dagli operatori delle Comunità, i quali, oltre a formare gli ospitanti, provvederanno a monitorare l’andamento dei diversi progetti in cui è coinvolto il minore.
Ad ogni famiglia verrà assegnato un educatore dedicato, che si occuperà di sostenerla e guidarla nel rapporto con i minori assegnati e di coordinare i rapporti con le autorità e i servizi invianti.